Il digitalizzatore, in inglese digitizer, è quel dispositivo che, essendo posizionato sopra o sotto il pannello LCD, permette al Tablet PC di riconoscere la posizione della penna o delle dita sullo schermo, abilitando così la possibilità di interfacciarsi con lo schermo ma anche – e soprattutto – di scrivere e usare l’inchiostro digitale. Esistono diverse tecnologie di digitalizzatori: quelle più semplici permettono solamente di riconoscere la posizione della penna o di un qualunque oggetto, ad esempio un dito, che viene premuto sullo schermo; quelle più complesse oltre alla posizione forniscono al Tablet PC una serie di informazioni aggiuntive come ad esempio la quantità di pressione esercitata sullo schermo o la presenza di più oggetti che vengono premuti contemporaneamente sullo schermo, abilitando così il cosiddetto multitocco (in inglese multitouch).
Esistono due grandi classi di digitalizzatori: i digitalizzatori passivi, che non inviano dati verso l’esterno, ma ricevono solamente le sollecitazioni esterne, e i digitalizzatori attivi, che inviano e ricevono segnali. I principali digitalizzatori passivi, che vengono trattati in questo articolo, sono quelli resistivi e capacitivi; tra i digitalizzatori attivi i principali sono quelli elettromagnetici, come quelli prodotti dalla giapponese Wacom, o quelli elettromagnetici/capacitivi dalla israeliana N-Trig.
I DIGITALIZZATORI PASSIVI
Digitalizzatore passivo resistivo
Il digitalizzatore passivo resistivo è il classico “touchscreen”.
Posto sopra il pannello LCD, questo digitalizzatore è sensibile a ogni cosa che viene premuta sullo schermo: dita, unghie, penne o monetine… qualunque cosa può essere usata su questi schermi in quanto l’importante è premere. A seconda della qualità può essere capace o meno di riconoscere la pressione esercitata, mentre in nessun caso è capace di riconoscere oggetti che si trovano in prossimità dello schermo o che lo sfiorano semplicemente.
Da un punto di visto fisico il digitalizzatore passivo resistivo è composto da due strati di materiale conduttivo che, nel momento in cui un oggetto viene premuto sullo schermo, entrano in contatto riuscendo a determinare la posizione dell’oggetto.
Scrivere su uno schermo dotato di digitalizzatore passivo resistivo è possibile ma nella maggior parte dei casi (dipende infatti dalla qualità e dalla particolare tecnologia utilizzata nel singolo pannello) innaturale, in quanto bisogna premere in modo considerevole stando allo stesso tempo attenti a non appoggiare il polso sullo schermo; questa tecnologia non è inoltre in grado di riconoscere la posizione in modo preciso (inferiore al millimetro).
Non è insomma adatto per l’uso con la penna; è però molto diffuso negli UMPC, nei Tablet PC e Tablet Computer economici, nei Tablet PC destinati a uso industriale (in quanto utilizzabili anche con le mani coperte da guanti) e nei piccoli dispositivi come smartphone e navigatori satellitari.
Ormai sempre meno diffuso, il passivo-resistivo è più economico di altri digitalizzatori; essendo passivo consuma molto poco, il pannello del digitalizzatore è sottile e non aumenta in modo significativo lo spessore del dispositivo anche se, essendo posizionato sopra lo schermo, può ridurre la qualità e la luminosità dell’immagine. La penna non può avere pulsanti per funzionalità aggiuntive o funzione di gomma, mentre nelle versioni più evolute è capace di riconoscere più tocchi contemporaneamente.
Digitalizzatore passivo capacitivo
Il digitalizzatore passivo capacitivo è, al momento, il più diffuso dei digitalizzatori ed è installato sulla quasi totalità dei Tablet PC e Tablet Computer.
Si tratta di una tecnologia molto sfruttata ed assolutamente non recente: è la tecnologia che, da sempre, viene utilizzata sui PC portatili nei touchpad ma che è diventata famossissima grazie all’iPhone e all’iPad.
Posto sopra il pannello LCD, questo digitalizzatore riconosce la presenza di oggetti che sfiorano lo schermo, o che vengono premuti contro di esso, utilizzando la misura della loro capacità elettrica. Poggiando un oggetto o un dito sullo schermo, anche senza premere, questo fa cambiare la capacità tra due singoli conduttori componenti una griglia sottostante; il tutto viene riconosciuto mediante sensori. Pensato più che altro per l’input mediante dita, il digitalizzatore capacitivo è capace di riconoscere la posizione della penna solo con una precisione estremamente modesta in quanto per operare richiede una superficie di contatto abbastanza vasta (in genere un cerchio di almeno mezzo centimetro di diametro).
Per scrivere su un digitalizzatore capacitivo è quindi necessario utilizzare penne dalla punta molto larga come la Wacom Bamboo Stylus; si tratta inoltre di un digitalizzatore che non è in grado di riconoscere la pressione esercitata se non in modo indiretto ed estremamente poco preciso.
Non particolarmente indicato per l’uso a penna, in quanto non permette di appoggiare il polso sullo schermo, risulta essere particolarmente adatto per l’uso con le sole dita in quanto permette all’utente di interfacciarsi con lo schermo mediante semplici sfioramenti, senza pressione. Il retro della medaglia è che, a differenza del resistivo, il digitalizzatore passivo capacitivo non può essere usato con tutti gli oggetti: i materiali isolanti, o anche semplicemente le dita coperte da guanti, non sono infatti percepiti.
E’ quasi sempre in grado di riconoscere la presenza di più punti di contatto, rendendo così possibili funzionalità multitocco.
I DIGITALIZZATORI ATTIVI
Digitalizzatore attivo Wacom Penabled
Il digitalizzatore attivo elettromagnetico Wacom Penabled è, senza usare mezzi termini, la miglior tecnologia presente sul mercato e rappresenta l’ideale per chi vuole scrivere: per questo motivo, nonostante non sia particolarmente economico, è installato sulla quasi totalità dei Tablet PC professionali fin dal 2002.
Composto da una griglia che crea un piccolo campo elettromagnetico verso l’esterno e da una particolare penna che si attiva con questo campo, questo digitalizzatore viene montato dietro il pannello LCD ed offre una precisione di scrittura eccezionale (a parte sui bordi, dove c’è un calo di precisione) unita ad una sensibilità a 256 livelli di pressione. Scrivere con un digitalizzatore Wacom è facile come scrivere con una matita su un foglio di carta, e la penna può supportare pulsanti per funzioni aggiuntive come ad esempio la funzione gomma o “tasto destro”. Il digitalizzatore è sensibile alla sola penna e non alle dita: si può quindi appoggiare il polso senza problemi sullo schermo e scrivere in modo completamente naturale, ma non si possono usare in alcun modo dita o oggetti diversi dalla penna Wacom. Essendo montato dietro il pannello LCD, non interferisce in alcun modo con la qualità dell’immagine.
Con l’aumentato interesse nei confronti del multitocco nella maggior parte dei Tablet PC il digitalizzatore Wacom è stato affiancato da un digitalizzatore passivo capacitivo, in modo che il Tablet PC possa essere usato con la penna e con le dita: in caso sia presente il doppio pannello il digitalizzatore capacitivo viene però disattivato nel momento in cui la penna si avvicina allo schermo, permettendo al polso di appoggiarsi ad esso senza problemi nel momento in cui si scrive con la penna.
Digitalizzatore attivo N-Trig DuoSense
Il digitalizzatore DuoSense di N-Trig è un particolare digitalizzatore che unisce le funzionalità di un digitalizzatore attivo elettromagnetico a quelle di un digitalizzatore passivo capacitivo, integrandole in un unico pannello posto sopra lo schermo.
Il primo Tablet PC ad utilizzare questa tecnologia è stato, nel 2007, il Dell Latitude XT; da allora i pannelli N-Trig sono stati montati su un buon numero di dispositivi, in particolare quelli più economici dotati di processore Intel Atom.
Esistono diverse versioni del digitalizzatore N-Trig: le prime erano dotate di penne simili a quelle Wacom, mentre le generazioni attuali sono dotate di penne alimentate da batterie AAAA.
Sfortunatamente questa tecnologia, in particolare nelle prime versioni, è stata particolarmente soggetta a problemi causati da driver non perfettamente stabili e schermatura non efficente che hanno compromesso l’usabilità, in particolare a causa di “tocchi fantasma”.
Con le generazioni attuali l’esperienza di penna e tocco fornita dai diglitalizzatori N-Trig risulta abbastanza simile a quella offerta da Wacom e risulta esente da problematiche di scrittura sui bordi dello schermo; dato che il pannello digitalizzatore è posto sopra lo schermo, e non sotto come nel caso di Wacom, la penna N-Trig è anche meno colpita dal fenomeno della parallasse. La precisione in scrittura risulta essere però inferiore e la qualità dell’inchiostro digitale è inferiore, in particolar modo se si scrive molto piccolo.
Essendo alimentate da una batteria che si inserisce nella parte posteriore della penna, gli stilo N-Trig non sono dotati della funzionalità “gomma posteriore” e questa mancanza crea particolari problemi in Windows 8 su applicazioni non ottimizzate: in queste applicazioni sarà infatti possibile scrivere ma non cancellare.